"I complottisti sono coloro che fanno i complotti, non coloro che cercano di smascherarli"
(G. Chiesa)
Da diverso tempo si parla di Grande Reset. Ma cosa sia in realtà e cosa si celi dietro queste due parole è solo motivo di illazioni e di ragionamenti. Bene, premesso che non sono nessuno, né un economista né un guru della finanza, proverò a spiegarvi il mio modesto punto di vista, da semplice osservatore della realtà.
Tutto cominciò negli anni '70 e '80. Ma vediamo come.
Il secondo dopoguerra rappresentò un momento inaspettato di benessere e di grande sviluppo economico nell'occidente, a discapito di paesi particolari quali: Russia, Cina, India e Giappone.
Se il Giappone era produttore di alta tecnologia a relativamente basso costo, in Russia e Cina si faceva la fame. Due paesi dominati dallo statalismo comunista: la Russia della Rivoluzione d'Ottobre - pensata e guidata dalle filosofie di Marx e Lenin - e la Cina sotto il tallone dittatoriale di Mao-Tze-Tung. Uniche industrie fiorenti nelle due dittature, quella militare e quella spaziale, però industrie di Stato. Niente di privato e cittadini tenuti al guinzaglio in un rigido totalitarismo materiale ed ideologico. Russi e cinesi sopravvivevano curati dalla culla alla tomba da strutture burocratiche gigantesche. Nel mentre i dirigenti in questi due paesi godevano di relativi privilegi a patto di servire fedelmente il grande partito comunista. Chi si ribellava era destinato alla Siberia o anche peggio. I figli erano dello Stato e la proprietà privata era abolita. Erano abolite e perseguitate le religioni ("oppio dei popoli", per dirla alla Marx). L'India versava in condizioni pietose dopo le "conquiste" di Gandhi, che aveva estromesso il Regno Unito di Gran Bretagna ma in realtà diviso e spaccato il paese tra un Pakistan integralista e islamico e un'India induista.
Intanto nell'occidente liberato dalle dittature - faccenda costata una guerra mondiale - l'economia volava, sostenuta dal dualismo contrapposto ovest-est. La guerra fredda teneva lontane le realtà del comunismo dalle democrazie occidentali, mentre in Europa i potenti partiti comunisti - in primis quello italiano - vedevano nell'ideologia socialista/comunista un paradiso cui fare riferimento per gioiose Feste de l'Unità piene di spazi per dibattiti (rigorosamente indirizzati), salsicce e sventolanti bandiere rosse. Però la critica al capitale avveniva comodamente seduti in salotti radical-chic. Il proletariato che supportava ingenuamente e genuinamente questo "sogno comunista" andava protetto con leggi e dispositivi che coniugassero il benessere degli operai e degli impiegati con gli interessi dei padroni. I sindacati di sinistra operarono importanti conquiste nei diritti dei lavoratori, cosa della quale bisogna doverosamente dare atto. Fiorirono grandi cooperative di produzione lavoro come alcune nelle quali io stesso sono stato impiegato per decenni. Cooperative che non avevano un padrone fisico ma un padrone politico: il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. Nell'Italietta in cui la mano destra non sapeva (o meglio, faceva finta di non sapere) cosa faceva la mano sinistra, la Liretta era il viatico per il prosperare di industrie e per il PIL nazionale. Eravamo l'India dell'Europa e del mondo. L'esportazione volava e molti investitori esteri venivano in Italia a comperare e investire il loro denaro. La FIAT come sempre dominava quasi tutto, incluso il fatto che produceva in paesi terzi come Russia, Brasile, Spagna (SEAT) e costruiva su licenza di tutto: dagli aerei militari della Lockheed ai carri armati tedeschi. Industria pesante che usciva senza un graffio dagli inganni perpetrati durante il fascismo, e ancora prima. Però dava da mangiare a centinaia di migliaia di italiani anche attraverso uno sterminato indotto. Al tempo io ero giovane e ho servito come ufficiale nell'Esercito e poi mi sono dedicato al mio lavoro: l'informatica. E non c'era bisogno di cercare lavoro perché era il lavoro a cercare me, tanto che negli anni '90 riuscii a creare dal nulla la mia società di informatica nel settore bancario, che sotto i miei occhi in due anni di attività arrivò a fatturare tre miliardi e passa all'anno, con venticinque dipendenti e diversi altri consulenti.
Poi, come avviene nel beccarsi una malattia, che chiede un attimo per attaccartisi ma mesi o anni per essere debellata, qualcosa cominciò ad andare storto.
Un giorno, quando ero ancora imprenditore, mi trovai a parlare con un collega, anche lui titolare di un'impresa del settore. Eravamo in un bar di Viale della Repubblica, a Bologna, e facevamo colazione prima di recarci ad una riunione d'affari. Ricordo ancora le sue parole: "sai, Pietro, io tutto quello che ricavo nel mio lavoro, al netto di tutto, lo investo in borsa e gioco. La mia azienda è un limone da spremere per permettermi di giocare e procurarmi alti guadagni con il solo rischio finanziario e non economico." Rimasi impietrito. Mi guardava obliquamente come a sottintendere che anch'io avrei dovuto fare lo stesso.
Io che lavoravo per il bene della mia azienda, prima che del mio (retaggio di una cultura cattolica con forti influenze socialiste) e che genuinamente allora votavo PCI perché credevo nei diritti e nei doveri, invece rimasi stritolato dal sistema bancario e dalle grosse corporates a cui la mia concorrenza dava fastidio come la sabbia negli occhi. Non licenziai nessuno dei miei collaboratori e chiusi l'attività senza un soldo in tasca. Per inciso, non me ne rammaricai perché ho sempre considerato il denaro e le proprietà "al sole" come una fonte inesauribile di ansia e paranoia, e un'esca golosa per veri o presunti creditori, primo tra tutti lo Stato italiano.
Però quella frase del mio collega fu una lapide su cui si è costruito un sistema che oggi ci ha portato qui, con tutto quello che ne conseguirà ancora, perché la parte più brutta deve ancora venire.
In quelle parole c'era il disastro economico e la previsione della catastrofe. La finanza, da supporto all'economia quale dovrebbe essere, stava diventando fine a sé stessa. Quel leviatano finanziario che oggi schiaccia tutto e tutti stava crescendo rapidamente, come un carcinoma maligno che tutto divora e distrugge, fino alla morte dell'organismo che lo ospita. Il corpo era ed è l'intera società occidentale.
Negli anni '70 e '80 nacquero come funghi miriadi di "società finanziarie" (ricordiamo ad esempio le società di Berlusconi, ma non solo) il cui compito era dragare minuziosamente tutto il denaro reale derivante da risparmi di vite intere e da utili non reinvestiti delle aziende e dei loro titolari per incanalarlo nella macina della finanza speculativa in mano ai più grandi gruppi mondiali di speculatori privati. Furono fatte leggi apposite per impedire alle banche di opporsi (all'inizio) all'emorragia di liquidi che dai depositi bancari finivano nelle mani della speculazione. Tutto questo con il benestare di Bankitalia e di Mediobanca. Personaggi inventati e senza preparazione alcuna divennero in un batter d'occhio "promotori finanziari". Il loro compito non era capire la finanza ma vendere "prodotti finanziari" che promettevano agli "investitori" guadagni facili senza sforzo. Abbagliati dai modi esperti da venditori d'auto usate, ben addestrati e con abbaglianti uffici, le vittime cadevano facilmente nel tranello e nell'ingordigia di denaro fatto con denaro e senza sforzo, perché c'erano loro, gli "esperti" a vegliare sui soldi dei clienti.
"Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
Se ci ascolti per un momento, capirai
Lui è il gatto, ed io la volpe, siamo in società
Di noi ti puoi fidar
Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
I migliori, in questo campo siamo noi
È una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai
Che non ti pentirai
Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai
Noi sapremo sfruttare le tue qualità
Dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso
Per la celebrità
Non vedi che è un vero affare
Non perdere l'occasione se no poi te ne pentirai
Non capita tutti i giorni
Di avere due consulenti
Due impresari, che si fanno
In quattro per te
Avanti, non perder tempo, firma qua
È un normale contratto, è una formalità
Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te
Un divo da hit-parade
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi
Lui è il gatto ed io la volpe, siamo in società
Di noi ti puoi fidar"
(Edoardo Bennato, Il Gatto e la Volpe)
Ad un certo punto anche le banche si adeguarono e istituirono i loro "servizi finanziari". Tutto filò liscio al punto tale che ad un certo punto di denaro fresco dai risparmiatori non ce n'era più, e iniziò una guerra tra operatori per sottrarre clientela alle società concorrenti e aumentare così il proprio "portafoglio".
Il risultato di questo gigantesco inganno fu che il denaro si trasformò da denaro reale in debito verso milioni di individui (investitori) da parte di questi bari della finanza. Contemporaneamente la quasi totale mancanza di reinvestimenti in economia reale portò verso il disastro economico, la mancanza di posti di lavoro e l'indebitamento degli Stati verso le "banche centrali", enti privati che da allora hanno iniziato a creare denaro dal nulla prestandolo a usura, per coprire sempre più massicciamente le situazioni di crisi di liquidità di Stati e banche nazionali verso i loro correntisti. Se vogliamo metterci della malizia poi, questa operazione ha portato ad un risultato allucinante: cioè che intere nazioni, Stati e cittadini sono oggi depredati dei loro averi e non solo, indebitati verso privati potentissimi che hanno raccolto tutto il denaro circolante riprestandolo poi a usura a banche e Stati ormai privati di tutto.
Insomma: oltre al danno la beffa. Non solo siamo tutti poveri, ma siamo pure indebitati verso il ladro che ci ha derubato e che poi ci ha riprestato i nostri soldi a usura. Inoltre il denaro reale è stato trasformato in denaro inesistente attraverso il cambio di valuta: dalle valute nazionali all'inesistente Euro.
Ma siccome l'economia è morta, non siamo più in grado di restituire al nostro creditore/ladro ciò che ci è stato tolto abilmente grazie alla nostra stupida ingordigia. E quindi oggi il creditore esige che paghiamo con beni reali: case, terreni, beni dello Stato. Abbiamo fatto l'affare del secolo (per loro). Ci siamo spogliati di tutto il contante ed ora stiamo per scoprire la terribile verità.
Come dire in pochi passaggi:
- A dà a B tutto il suo denaro
- B garantisce ad A un interesse annuo cospicuo
- B brucia tutto il denaro di A facendogli credere che esiste ancora
- B distrugge le monete nazionali e crea una moneta finta
- A non produce più reddito e B si offre di prestargli a usura soldi finti
- A non riesce a ripagare il debito contratto. I soldi di A dove sono?
- B a questo punto passa al pignoramento dei beni reali di A
- Come chiamate tutto questo?
I nostri soldi investiti o depositati non esistono più. Sono meri numeri su computer che possono essere cancellati con un semplice "click" della tastiera. I cittadini che si credono creditori e ricchi proprietari, sono in realtà debitori verso gli Stati (debito pubblico) e a loro volta gli Stati sono debitori verso i grandi poteri finanziari di cartapesta.
Forse per questo motivo vengono tanto combattuti i politici "sovranisti" o le nazioni che i potenti della finanza non sono riusciti a far entrare nel loro circuito mortale.
Prima o poi saremo tutti come la Grecia
Questi signori della finanza (sono tale e tanti da identificarsi e confondersi con lo stesso sistema finanziario che ormai si autoalimenta delle sue stesse menzogne) hanno però un terrore spaventoso: TEMONO CHE I CITTADINI CHE HANNO TRUFFATO SI ACCORGANO DELL'INGANNO E CHIEDANO IN GRAN MASSA INDIETRO IL DENARO AFFIDATO LORO.
Denaro che non può essere restituito pena il fallimento di questo gigantesco e complesso castello di carta che è la finanza internazionale. C'è il timore di un GIGANTESCO DEFAULT, di cui la nazione greca è stato solo un episodio.
Nel contempo temono che i movimenti indipendentisti e anti-europei aumentino la pressione per staccarsi dal debito in cui le nazioni sono incatenate, per sganciarsi tout-court da questa macchina infernale.
Ad un certo punto l'inganno verrà inesorabilmente a galla, per cui:
GRANDE RESET!
Mentre con questo termine si cerca di vendere l'ennesimo inganno, in realtà dietro questa operazione finanziaria si potrebbe celare il disperato (ma non tanto) tentativo di evitare che la verità venga a galla.
Consisterebbe in una sorta di "amnistia" finanziaria in cui Stati e cittadini verrebbero "graziati" dei debiti e delle passività per garantire a tutti un reddito minimo con cui sopravvivere. In cambio e a garanzia (come per qualsiasi strozzino che si rispetti) essi chiederanno i vostri famosi beni reali di cui vi dovrete spogliare. Siete convinti che tutto questo non avrà un costo? Vi sbagliate.
Innanzitutto non è il debito degli Stati e dei cittadini a venir graziato, ma il LORO debito verso chi ha scelleratamente affidato loro il proprio denaro.
Nel contempo però devono salvaguardare il loro potere e proseguire verso un sistema di controllo che impedisca qualsiasi futura alzata di testa da parte di chiunque.
Beh, per gli stati nessun problema: basta comperare politici compiacenti e il gioco è fatto. E se qualcuno si opponesse, basta eliminarlo dal gioco (vedi caso Trump).
Ma per i cittadini?
La miglior ricetta è la paura
Per costoro, il vero problema è come tenere a freno miliardi di persone che da un momento all'altro possono ribellarsi perché viene toccato ciò che hanno di più caro: i proprio averi.
La società occidentale moderna basa tutto sul denaro, sulla proprietà e sul consumo, quindi sull'economia reale. In poche parole sul Capitalismo.
Quando il grande inganno dovesse venire a galla ci si potrebbe aspettare una vera rivoluzione. E' necessario continuare a ingannare. E il sistema migliore è sviare l'attenzione. Se ne sarà sicuramente parlato a Davos, o alle riunioni del club Bilderberg.
Qual è la più grande paura dell'uomo se non la morte? E inoltre, se una "provvidenziale" pandemia mortale aggredisse il mondo civilizzato (non ci interessano Africa etc.) la gente sarebbe impegnata a scannarsi su teorie astruse, divisa dai soliti pregiudizi ideologici. Inoltre questo virus diventa un efficientissimo sistema di controllo granulare, sul singolo individuo. Ottimo direi. Sto sognando? Può darsi...
La Cina, cosa fa?
In questo grande casino si innesta la Cina (e la Russia di conserva) che può trarre grande vantaggio da tutto questo.
La Cina, da "terzista" del mondo occidentale si è trasformata nella più potente economia reale del mondo intero.
Oggi acquistiamo tutto dalla Cina, dai gadgets al cibo. E così sono diventati i più grandi creditori che possono esigere quello che vogliono. E le potenze finanziarie occidentali, occupate a nascondere il grande inganno, stanno giocando a favore della Cina, che a sua volta è creditrice della finanza speculativa e non solo.
Ne consegue che la finanza occidentale per non venir scoperta sta giocando il gioco dei cinesi. Ne è riprova che essi stanno rapidamente diventando padroni di beni reali in giro per il mondo: porti navali, aeroporti, reti di telecomunicazione, banche, forse interi Stati. Anche i cinesi temono però qualcosa, e nei giorni scorsi il ministro della difesa cinese pare abbia suggerito alle famiglie di fare provvista di cibo e dispositivi di protezione individuale. Si aspettano una guerra? Forse: perché una soluzione da parte del potere finanziario ad essa debitore potrebbe essere proprio un'opzione bellica.
I cinesi sanno come fare commercio. Lo fanno da cinquemila anni. E stanno diventando padroni del mondo, anche a discapito della finanza occidentale che sa che se non li blandisse sarebbe presto sbugiardata agli occhi del mondo. Alla Cina conviene apparire come un convitato di pietra che al momento teme solo una guerra vera, militare. Anche la Russia sta a guardare, pronta a schierarsi e salire sul carro del vincitore.
Se avete voglia traete voi le vostre conclusioni, perché l'analisi dei fatti veri si ferma qui. Dopo ci sono solo illazioni e ipotesi. Ma fatevi solo una semplice domanda:
Tutto quello che sta avvenendo, cui prodest?, a chi giova?
Pietro Malaguti
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